Ali della libertà: si chiama così un progetto finalizzato a coinvolgere nuclei familiari e singole persone disponibili a dare supporto ed accompagnamento a minori di donne sole in condizione di fragilità sociale
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Il Centro Comunitario Agape da tempo promuove percorsi di autonomia per donne in difficoltà, in particolare donne sole con minori in situazioni di fragilità sociale. L’esperienza maturata in questi anni ha fatto emergere le grandi difficoltà che le donne sole con bambini piccoli devono affrontare nel percorso di emancipazione sociale ed economica. Difficoltà ancora più grandi per quelle che non hanno una rete familiare di sostegno, come, ad esempio, le donne straniere o le vittime di violenza, che vivono una situazione di isolamento sociale.
Da questa consapevolezza è scaturito l’impegno dell’Agape nel progetto Ali della libertà*. Ne parliamo con Giusy Nuri, coordinatrice dell’iniziativa.
Giusy, da che cosa nasce questa iniziativa?
In tanti anni di servizio a supporto di donne sole in difficoltà o vittime di violenza, abbiamo potuto constatare quanto sia prezioso l’aiuto che possono fornire famiglie di appoggio, specialmente nella fase delicata dell’uscita dai centri di accoglienza o da situazioni di grave disagio familiare. Molte famiglie vicine alla nostra associazione hanno già sperimentato questa forma di solidarietà. Grazie a queste significative singole esperienze, ci siamo resi conto che promuovere una vera e propria rete di famiglie solidali può rappresentare un salto di qualità importante nella costruzione di un modello integrato di supporto alle donne in difficoltà.
Quali sono gli obiettivi che vi proponete di raggiugere?
L’obiettivo principale è quello di dare vita ad una vera e propria rete solidale di singoli e nuclei familiari in grado di fornire nella vita di tutti i giorni un aiuto alle madri in difficoltà per facilitare la funzione di cura nei confronti dei figli e l’inclusione nella comunità. Naturalmente, i modi per sostenere i nuclei monogenitoriali sono molteplici in relazione ai bisogni che essi manifestano; il tutto viene quindi concordato con i beneficiari sulla base della disponibilità espresse dalle famiglie solidali.
In concreto, chi aderisce a questo percorso di volontariato cosa sarà chiamato a fare?
Si tratta di affiancare il minore e la sua famiglia nella gestione pratica di alcuni momenti della giornata. Per esempio: accompagnare il bambino o la bambina a scuola o a svolgere attività pomeridiane, sociali o sportive che siano, aiutarli nello svolgimento dei compiti, etc. E ancora: aiutare nel disbrigo di pratiche burocratiche, nei rapporti con i servizi del territorio e così via. Sono piccole azioni che diventano un aiuto prezioso per l’autonomia della donna, che può così intraprendere o svolgere con più serenità un percorso lavorativo.
Detto così sembra tutto facile, ma non c’è il rischio che, al di là della buona volontà, ci si trovi poi impreparati a gestire situazioni complicate o delicate? In altre parole, occorre avere dei requisiti o delle capacità particolari per prendere parte al progetto?
Possono aderire sia coppie (con figli o senza) che singoli, ivi compresi i nonni – anzi, speriamo proprio che si facciano avanti tanti “nonni solidali”. Non sono richieste competenze specifiche, solo il desiderio e la disponibilità a mettersi in gioco. Chi aderisce inizialmente parteciperà ad un breve percorso formativo di preparazione, per poi iniziare a sperimentare forme di affiancamento a dei nuclei monogenitoriali in difficoltà già seguiti dal Centro Comunitario Agape. L’equipe del progetto, costituita da assistenti sociali ed esperti, accompagnerà le famiglie d’appoggio in tutte le fasi dell’esperienza.
Chi volesse dare la disponibilità per questo servizio cosa deve fare?
Per ricevere maggiori informazioni o aderire all’iniziativa si può mandare una mail all’indirizzo segr.agape@gmail.com o telefonare allo 0965 894706.
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* Il progetto “Ali della Libertà – percorsi di autonomia per donne in difficoltà, finanziato da ActionAid International Italia E.T.S e Fondazione Realizza il Cambiamento nell’ambito del progetto “THE CARE – Civil Actors for Rights and Empowerment” è cofinanziato dall’Unione Europea, in partneriato con ass. TraNoi Calabria.