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Barriere architettoniche? Chi se ne frega!

Barriere architettoniche? Chi se ne frega!
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Il Corso Garibaldi è la dimostrazione di quanta indifferenza ci sia attorno a questo problema, e non è solo questione di barriere fisiche

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Scrivo per un problema che non è solo mio, ma di molti altri: si tratta delle famose barriere architettoniche.

Non parlo solo per me, ma per qualsiasi persona con difficoltà a camminare di varia natura: da quelli con stampelle agli anziani, da chi ha bisogno essere sorretto alle mamme incinte o con passeggini…

Nella città di Reggio Calabria ci sono barriere dappertutto, dislivelli tra i marciapiedi e le strade, buche piccole e grandi (a volte destinate a diventare voragini), di tutto e di più; per non parlare del Corso Garibaldi e della splendida idea di rifare la pavimentazione senza eliminare gli ostacoli, ma anzi creandone di nuovi.

Io sono sulla sedia a rotelle; è da un po’ che esco molto poco, ma quando devo uscire sto male al solo pensiero: ci si spacca la schiena su quella pavimentazione, e a chi mi accompagna, anche quando si tratta di persone per così dire “esperte”, viene difficoltoso destreggiarsi per non farmi male o per non farmi cadere.

Tempo fa ho lamentato il problema nella pagina Facebook del Sindaco, sia per me che per tutti quelli che non hanno voce; dopo tanto tempo la risposta è stata che la scelta relativa alla pavimentazione del Corso Garibaldi dipende dalla Sovrintendenza!

Ammesso che sia così, la domanda che io mi pongo è la seguente: se il Comune ha deciso che il Corso Garibaldi da Piazza Duomo a Piazza De Nava deve essere zona pedonale , il Sindaco, un assessore, un tecnico o chi volete voi ha mai sottoposto alla Sovrintendenza l’esigenza di trovare soluzioni tecniche e di arredo urbano tali da consentire che la zona pedonale sia liberamente ed in sicurezza fruibile da tutti i cittadini, anche ed a maggior ragione da quelli con difficoltà di deambulazione o in carrozzella, e non solo da chi è giovane, atletico e “normodotato”? Sono certa che se la questione fosse stata posta, una qualche soluzione si sarebbe trovata. Invece silenzio assoluto, così come il silenzio più assoluto avvolge in maniera generalizzata tutta la problematica della altre mille barriere architettoniche sparse per la città , sia nei luoghi pubblici che in quelli privati come cortili e nei condomini.

E’ amaro dirlo, ma chi come me è sulla sedia a rotelle non può fare a meno di constatare che su questa problematica dominano indifferenza e menefreghismo non solo nelle istituzioni ma anche nella cosiddetta società civile, forse perché ci sono barriere mentali ancora più difficili da abbattere di quelle fisiche.

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