Stralcio dalla relazione della Corte dei Conti sulla sanità calabrese
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La Giunta regionale della Calabria, negli anni, non ha mai approvato il bilancio di esercizio consolidato del Servizio Sanitario Regionale, in aperta violazione dell’art. 32 del decreto legislativo n. 118/2011.
La mancata approvazione del documento contabile non pone alcuna certezza in ordine alla modalità di impiego delle risorse e dei risultati conseguiti dal servizio sanitario, e viola, tra gli altri, il principio di accountability (principio di responsabilizzazione e rendicontazione), in ragione del quale gli amministratori che impieghino risorse pubbliche hanno il dovere di rendicontarne l’uso sia sul piano della regolarità dei conti che dell’efficacia della gestione.
I dati, come è noto, sono in continua evoluzione e, soprattutto, non sono attestati come veritieri da alcun organo che se ne assuma la responsabilità.
Il rendiconto 2021 della regione Calabria conferma che la spesa corrente sanitaria (€ 3.939.587.413,70) costituisce la componente principale di quella regionale, con una incidenza pari al 79,51%.
I soldi per la pandemia usati per coprire i buchi di bilancio
Per l’anno 2021, la Regione ha ricevuto risorse finanziarie aggiuntive per il contrasto all’emergenza covid-19.
Al 31.12.2021 residua un avanzo di gestione pari a 68.558 milioni di euro: questa sembrerebbe una buona notizia e tuttavia è necessario svolgere alcune considerazioni per leggere correttamente il dato.
La copertura del disavanzo pregresso è stata possibile grazie a una maggiore disponibilità di risorse ottenute per la gestione della pandemia (oltre 251.911 milioni di euro); ma, soprattutto, è stata possibile grazie al ritardo degli interventi che avrebbero dovuto essere messi in atto per l’erogazione dell’assistenza sanitaria.
A tali conclusioni giungono anche il Tavolo tecnico e il Comitato permanente nella seduta del 26 aprile e 18 maggio 2021 ove si dà evidenza che: “la determinazione di un avanzo di gestione sul 2021 di entità tale da coprire anche il disavanzo pregresso, è indicativa di una non corretta gestione delle risorse assegnate dallo Stato per l’erogazione dei LEA“ (è o non è questo un “danno ingiusto”, ex articolo 323 cp, arrecato ai cittadini calabresi? NdR).
Inoltre, l’avanzo di gestione inserito nel Conto Economico non rappresenta in maniera veritiera, attendibile e corretta la reale condizione del SSR.
E’ stato accertato, infatti, che a causa della mancata conclusione delle procedure di cartolarizzazione, alcuni Enti del servizio sanitario calabrese sono nella impossibilità di valutare e di quantificare correttamente in bilancio i crediti di dubbia esigibilità e/o i crediti estinti, con conseguente sovrastima delle poste attive.
D’altra parte, anche la mancata o incompleta ricognizione dell’esatto ammontare dei debiti e del contenzioso, nonché degli accantonamenti, non consente di quantificare correttamente le poste passive, con conseguente sottostima delle stesse.
Nell’avanzo di esercizio all’esame, infine, non si tiene in alcuna considerazione la situazione debitoria dell’ASP di RC, i cui dati ad oggi sono totalmente sconosciuti (l’ultima analisi della Sezione aveva ipotizzato una situazione debitoria pari a 500 milioni di euro).
È evidente, dunque, che il dato inserito nel Conto Economico non esprime in modo fedele e vero il risultato della gestione in esame.
Gli interessi pagati senza un perché
Altra grave anomalia gestionale è il continuo ricorso alle anticipazioni di liquidità per il pagamento dei debiti sanitari, nonostante l’ingente somma che permane in Gestione Sanitaria Accentrata(GSA) a ogni fine esercizio.
La Regione infatti, anche nel 2021, ha fatto ricorso ad anticipazione di liquidità per un importo pari ad € 81.160 milioni a fronte di una giacenza in GSA ,al 31.12.2021, di 361.922 mln di euro.
Sebbene vi sia cospicua liquidità nella cassa sanitaria, dunque, la Regione continua a fare inutile ricorso all’indebitamento con conseguente incremento dei costi finanziari (è o non è questo un “ingiusto vantaggio patrimoniale” a terzi, ex articolo 323 cp? NdR).
Lo scandalo immobiliare
Quest’anno la Sezione ha svolto, per la prima volta, una indagine conoscitiva sugli immobili rientranti nel patrimonio delle Aziende sanitarie calabresi, ritenendo che un’attenta valorizzazione dell’ingente patrimonio immobiliare possa rappresentare un passo idoneo per avviare un corretto programma di risanamento.
In base ai dati forniti dagli Enti (dati, invero, incompleti), il SSR dispone di 363 appezzamenti di terreno (per un’estensione pari a 4.888,62 are) con un valore di mercato pari a circa 10 milioni di euro; e di 69 fabbricati (per un totale di mq 22.322,00), con un valore di mercato pari a oltre € 11.000.000.
L’esito di questa prima indagine conoscitiva ha rilevato evidenti criticità nella gestione del patrimonio.
In questa sede sinteticamente si evidenzia che vi sono molti terreni già usucapiti o in corso di giudizio, immobili non accatastati, occupazioni abusive da parte di terzi, inutilizzo di immobili, mancati rinnovi contrattuali, e una non corretta iscrizione del valore dei canoni dei fitti attivi nel conto economico (è o non è questo un “ingiusto vantaggio patrimoniale” a terzi, ex articolo 323 cp? NdR) .