#Elezioni. L’immigrazione è una delle questioni dove emerge in maniera netta la differenza di proposte tra gli schieramenti
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L’immigrazione è impazzata negli speech dei politici degli ultimi anni.
Dalla Legge Martelli alla Bossi-Fini, e quantomeno fino all’esplosione della pandemia da covid-19, il tema migranti è stato con discreta continuità al centro del dibattito pubblico e dell’informazione mainstreaming, sebbene sotto la voce dell’instabilità e dell’invasione.
La prossima tornata elettorale agli sgoccioli chiama i partiti a raccolta e li mette sulla graticola del voto. In materia di immigrazione e cittadinanza, le diverse coalizioni hanno confermato vedute contrapposte all’interno dei programmi elettorali presentati.
Coalizione di centro-destra
Le proposte del CDX si possono sintetizzare nella “creazione di centri di identificazione e hotspot nei territori extra-europei, gestiti dall’Unione europea, per valutare le richieste d’asilo”, nella “difesa dei confini nazionali ed europei come richiesto dall’UE con il nuovo Patto per la migrazione e l’asilo, con controllo delle frontiere e blocco degli sbarchi per fermare, in accordo con le autorità del nord Africa, la tratta degli esseri umani”, nel “contrasto alle Ong che favoriscono l’immigrazione clandestina”, “il loro divieto di ingresso e transito in acque nazionali”, e misure quali il sequestro, la confisca e le multe per chi di loro viola i divieti detti.
E’ importante tra i diversi punti trattati il mantenimento della Legge Bossi-Fini e “ripristinare alcuni limiti al diniego dei permessi di soggiorno”. Nessuna concessione verso il principio dello ius soli e declinazioni similari quali lo ius scholae. Si prevede inoltre la “redistribuzione obbligatoria degli immigrati nei paesi europei” e una gestione comunitaria dei rimpatri, “il rafforzamento delle prerogative e capacità d’intervento delle forze di polizia”, il “pattugliamento congiunto nelle acque territoriali in Libia e Tunisia”.
Coalizione di centro-sinistra
Il CSX punta su modelli di accoglienza basati “sui piccoli centri diffusi”, l’introduzione di una nuova legge sulla cittadinanza per le bambine ed i bambini che studiano in Italia (ius scholae), la creazione di “un’Agenzia di coordinamento delle politiche migratorie, che diventi il principale attore di riferimento per tutto ciò che riguarda il monitoraggio e la gestione dei flussi”.
Vengono proposti inoltre l’allargamento dei corridoi umanitari (promossi da Comunità di S. Egidio, Federazioni Chiese Evangeliche, Tavola Valdese e Caritas) nei casi d’emergenza e l’abolizione della “bossi-Fini”, al fine di “approvare una nuova Legge sull’immigrazione, che permetta l’ingresso legale per ragioni di lavoro, anche sulla base delle indicazioni che arrivano dal Terzo Settore”. Altri punti trattati sono il “superamento del Regolamento di Dublino” e le posizioni opposte alle “politiche di respingimenti, apparenti chiusure dei nostri porti e blocchi navali, perché vale il sacrosanto principio per cui chi è in pericolo in mare va soccorso e salvato sempre”.
Il Terzo Polo (Azione – Italia Viva – Calenda) al punto uno insiste sul contrasto all’immigrazione clandestina, sulla necessità di “accordi di cooperazione con i Paesi di origine e transito”, sul ristabilire una distinzione tra profughi umanitari e migranti economici, un sistema europeo comune di asilo e l’istituzione di un Ministero per l’immigrazione. Lo ius scholae si otterrà dopo un percorso di formazione di 5 anni in Italia, così come proposto anche dal Movimento 5 stelle.
Quale che sia l’orientamento al voto occorre comunque restituire un valore politico all’accoglienza e all’esigibilità dei diritti delle persone più fragili. E’ questo il ruolo ed il significante di una politica al servizio della collettività: non lasciare indietro nessuno e contribuire alla costruzione di modelli sociali orientati al bene comune.
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