Da Battiato a Papa Bergoglio: prendersi cura dell’altro/a è “un modello per giovani non immobili davanti allo specchio, a contemplare la propria immagine o intrappolati nella Rete”. Il 15 febbraio scade il termine per la presentazione delle domande di Servizio Civile Universale per i giovani dai 18 ai 28 anni che, come racconta in questo articolo una diretta protagonista, hanno la possibilità , per dirla con Francesco, “di contribuire alla tutela della dignità umana e alla costruzione di una società più giusta e solidale”
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Il Servizio Civile è un’importante occasione di formazione e di crescita personale e professionale, finalizzata alla difesa non armata e nonviolenta della Patria, all’educazione alla Pace tra i popoli e alla promozione dei valori fondativi della Repubblica Italiana.
Tra gli Enti che oggi accolgono giovani provenienti dai territori facenti parte della Città Metropolitana, c’è la Piccola Opera Papa Giovanni, una realtà fondata nel 1968 da Don Italo Calabrò per dare una risposta a persone sole, in difficoltà, disabili, e che oggi conta ben 17 strutture e servizi di assistenza, riabilitazione, accoglienza, sparse da Bianco a Villa S. Giovanni.
“Favorire e promuovere l’inclusione sociale e migliorare la condizione psicofisica delle persone con disabilità destinatarie delle azioni” è l’obbiettivo principale del progetto di Servizio Civile Universale(SCU) della Piccola Opera che partirà a maggio 2024, sintetizzato nella locandina (clicca qui per tutte le informazioni)
Sono oltre trenta le ragazze ed i ragazzi che attualmente prestano Servizio Civile alla Piccola Opera.
Un’esperienza che, a sentire i loro racconti, ha stravolto la vita di quanti si sono trovati ad affrontare realtà che ignoravano, con le quali sono venuti a contatto per la prima volta, scoprendo un’altra vita, diversa, complessa.
All’interno dei servizi della Piccola Opera, i giovani hanno conosciuto tante persone e vite diverse: chi deve imparare ad essere una brava mamma, chi ha bisogno di assistenza nella terza età, chi vuole essere compreso nella sua mente, chi ha bisogno di compagnia nella sua disabilità. Storie diverse che si sono incontrate con giovani motivati, carichi e pronti ad affrontare il mondo, che anche quando sono alla prima esperienza, hanno comunque voglia di mettersi in gioco e sperimentare (mettendo in conto anche qualche sbaglio) nuovi modi di approccio a situazioni difficili.
“Quando siamo arrivate in struttura, – confessa una ragazza che presta servizio a Casa Accoglienza “Suor Castellini”, destinata alle donne-madri con bambini a carico – non sapevo come approcciarmi, mi spaventavo, temevo di sbagliare qualcosa e di non poter rimediare. Poi sono arrivati i bambini con i loro sorrisi, la loro voglia di gioco e tutto è cambiato”. “Dobbiamo aiutarli a fare i compiti, ma poi giochiamo tutti insieme come una grande, enorme famiglia”, conferma l’altra volontaria che poco più in là è accerchiata da un gruppetto assai vivace di bambini.
Sebastiano presta servizio a Casa Ospitalità, dove sono accolti anziani, ed è diventato un esperto di rassegne stampa: “La mattina leggiamo il giornale ad alta voce. Non pensavo che così tante persone non sapessero o non potessero più leggere il giornale, che è la loro finestra sul mondo”. Gli fa eco Monica, che sottolinea: “In alcuni casi dobbiamo aiutarli a capire cosa abbiamo appena letto, non sempre infatti il linguaggio che i giornali usano è immediatamente comprensibile a tutti”.
Anna presta servizio a Villa Falco, che ospita adulti con disabilità mentale. “Quando sono entrata in struttura non sapevo bene cosa aspettarmi, ma gli ospiti mi hanno subito fatta sentire accolta, quasi speciale, unica. Con il loro sorriso e la loro gentilezza, mi hanno fatto conoscere il loro mondo e il loro modo di vedere la realtà”. E conclude l’altra volontaria, Domenica: “Certo abbiamo avuto un aiuto dalla nostra direttrice, che sapientemente, con energia e allegria, ha mostrato a noi come e cosa fare”.
“Dovrò tornare dopo il progetto, non posso farne a meno”
Il Centro di riabilitazione Mariotti si candida ad essere il luogo della nostalgia. Infatti, Sara non ha dubbi: “Dovrò tornare a trovarli spesso, una volta finito il Progetto; abbiamo stretto intensi legami in appena sei mesi. I ragazzi mi sono entrati nel cuore e ora non riesco più a vedere la mia vita senza di loro”. E Raffaella di rimando: “Hanno bisogno di noi per le prime necessità, ma siamo noi ad aver bisogno di loro nel nostro cuore”.
Cristian, che presta servizio al Centro diurno di Fondo Versace che accoglie persone con disabilità psico-fisica, afferma: “Non mi aspettavo che i ragazzi ospitati fossero così capaci: questo ci permette di fare tante attività con loro. Dallo sport, alla pittura, alla cucina, e anche qualche uscita per lo sviluppo dell’autonomia. È veramente divertente vederli giocare ad UNO, il loro gioco di carte preferito”.
Nella struttura residenziale di Prunella di Melito P.S. le sensazioni non cambiano: “Vedere queste persone che vivono qui in armonia, ci fa pensare ad un Mondo più bello, più unito.” E conclude Valentina: “Forse siamo noi a dover imparare come vivere in Pace”.
Anche il Centro Comunitario Agape offre progetti entusiasmanti di Servizio Civile, come illustra la locandina (inquadra il QR code o clicca qui per tutte le informazioni)
La gentilezza
Esperienze diverse, che hanno portato ad un unico risultato: la felicità. A metà anno, è possibile vedere uno spiraglio del futuro: ragazzi cambiati, stravolti da esperienze forti, a contatto con situazioni difficili e in alcuni casi gravissime sotto diversi punti di vista, che spingono ad essere ad affrontare il Mondo Adulto con una nuova visione di dolcezza e aiuto verso il prossimo.
Affiancare gli operatori e gli ospiti della Piccola Opera, nelle sedi del territorio, consente ai giovani volontari di essere una “boccata d’aria fresca” per gli ospiti e un “ponte di comunicazione nuovo” tra operatori e ospiti.
Il Servizio Civile è un’esperienza formativa che permette di entrare in contatto con realtà nascoste ma ricche di umanità, una “chiamata alle armi” non violente per combattere l’odio con l’amore, l’ira con la compassione e la violenza con la gentilezza, perché la chiave per vivere bene il Servizio Civile è la gentilezza.
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“La Cura” è una delle più belle e famose canzoni di Franco Battiato; “Io avrò cura di te” è il più recente libro di Papa Francesco, edito da Solferino