Don Milani diceva: “Quando avete buttato nel mondo d’oggi un ragazzo senza istruzione, avete buttato in cielo un passerotto senza ali. Finché ci sarà uno che conosce duemila parole e uno che ne conosce 200, questi sarà oppresso dal primo. La parola ci fa eguali”. Save the Children e Fondazione Agnelli sperimentano anche in Calabria un percorso estivo di supporto ai bambini a rischio di impoverimento scolastico
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A Rosarno si respira qualcosa di arcaico. Uscendo dalla stazione, senti l’incombere di un paesaggio fermo, invariabile, che trasmette una sensazione di immutabilità.
Scopro che Rosarno, Medma nella Magna Grecia, fu fondata nel VI secolo a.C..Vi è incertezza sull’origine del nome: un’ipotesi è che il toponimo derivi dalla lingua delle popolazioni autoctone e che significhi città di confine.
Lungo il tratto ferroviario che mi accompagna a scuola, mi interrogo: “Confine fra cosa?”
Fra entroterra e litorale?
Fra provincia e città metropolitana?
Fra legalità e illegalità?
Forse, un confine fra sopravvivere e sognare? Fra partire e restare?
Mentre ancora non avevo maturato risposte a queste domande che amaramente investono le storie di molti bambini rosarnesi, pensavo che è proprio qui, in terre al limite come questa, che si misura la validità del progetto nazionale Arcipelago Educativo, realizzato da Save the Children insieme a Fondazione Agnelli ed in collaborazione con associazioni partner territoriali a partire da giugno.
Si tratta di un intervento rivolto a 600 minori provenienti da contesti a rischio e individuati in collaborazione con le scuole primarie e secondarie di I° grado nelle città di Milano, Torino, Aprilia, Roma, Ancona, Napoli, Bari, Palermo e Rosarno.
L’obiettivo è quello di prevenire il deterioramento degli apprendimenti durante la pausa estiva, coinvolgendo i beneficiari in diverse attività di gruppo e individuali che tengano vive e consolidino le loro competenze di base e trasversali, al fine di favorire anche un regolare andamento del percorso scolastico (*).
Miriamo ad una scuola aperta anche d’estate, dunque, che ambisce ad un sapere liberante per costruire strade di futuro, che aspira ad un apprendimento divertente e comunitario affinché lo studente diventi protagonista appassionato dei propri processi di crescita.
In questa città di Rosarno, nota nell’antichità per la produzione della terracotta di cui son pervenuti molti reperti di straordinaria bellezza, il personale educativo della Cooperativa E.D.I. (Educazione ai Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza) ha voluto sperimentarsi nella cura e valorizzazione della materia più preziosa di ogni terra: i suoi bambini e le sue bambine, 60 ragazzi e ragazze dai 9 ai 13 anni frequentanti l’IC Scopelliti – Green e l’IC Marvasi –Vizzone.
Ogni giorno, tuttavia, riaffiorano insistenti quelle domande, che si presentano con lacrime di madri, rabbia di bambini, sogni troppo timidi che non si sentono degni di legittimazione, sorrisi di ragazzi che imparano a volersi bene, conquiste e fatiche che regalano esperienza di libertà.
Attraversata da quegli sguardi, da quelle mani che chiedevano di essere strette, da quegli abbracci, da quelle urla, da quelle corse nel cortile della scuola, finalmente, ho incominciato a capire…
Se, come scrive il prof. Vito Teti, “per restare davvero bisogna camminare, viaggiare negli spazi invisibili del margine ” , Rosarno è quel confine in me fra ciò che mi tenta a dannare questa terra e ciò che, prendendo i bambini e le bambine per mano, mi fa chiudere gli occhi, ancora, per respirare un cambiamento possibile.
Ancora una volta vivo sulla mia pelle che confine può essere non ciò che delimita, ma ciò che mette in relazione. Per me è uno spazio di forze che ti spingono e che ti attraggono (Di Biase G.,cit.) e che collimano nel gesto di un bambino che, sebbene dica spesso di non vedere l’ora di andare via, giunto l’orario di chiusura delle attività, non scappa dal cancello della scuola ma rimane vicino a me, nel cortile, guardandomi da lontano.
Rosarno incarna questo confine, in me.
E in te?
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*Secondo il 12° rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell’infanzia e l’adolescenza in Italia, pubblicato a maggio 2022, la pandemia ha pesantemente influito sulla dispersione scolastico-formativa implicita ed esplicita specialmente nelle regioni meridionali. In Calabria, in particolare, la quota di persone fra i 18 e 24 anni che hanno conseguito solo la licenza media e non sono inseriti in un programma di formazione è pari al 16,6% a fronte di una media nazionale del 13,1 %, mentre i NEET (Persone di 15-29 anni che non lavorano e non studiano) sono il 34,6 % rispetto ad una media italiana del 23,3 %.Il 47% degli studenti calabresi, inoltre, non ha competenze alfabetiche adeguate (30,4% in Italia) e, infine, nella nostra regione la percentuale di competenze numeriche non adeguate arriva al 57,7 % (37,8% dato nazionale).
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