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Se sei giovane e ti assale un vuoto, riempilo di volontariato

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Il Servizio Civile Universale è un modo per mettersi in gioco, per non delegare la propria vita agli altri e per fare incontri che ti segnano dentro

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La storia che voglio raccontarvi inizia tre anni fa all’ITT Panella-Vallauri, la scuola dove tanti anni fa ha insegnato Don Italo Calabrò, quando Giulia Melissari, referente giovani del Centro Comunitario Agape, è venuta per un Progetto didattico-formativo e ci ha parlato del mondo del volontariato, del donarsi agli altri, del dare valore alla nostra vita ed a quella degli altri.

Questo incontro è avvenuto in un momento in cui studiavo, uscivo, mi divertivo ed avevo raggiunto diversi obiettivi, tutti molto importanti per me, come la rappresentanza della mia scuola in seno alla Consulta provinciale degli studenti (della quale divenni anche vicepresidente). Viaggiavo, conoscevo persone nuove, non mi mancava nulla, avevo la sensazione di aver realizzato i miei sogni… eppure, eppure avvertivo un vuoto: non mi sentivo partecipe della mia città, e, in fondo, guardandomi dentro, non mi sentivo parte di nulla.

Sorrisi da Artinsieme

Ci sono incontri e persone che ti fanno cambiare prospettiva

Scrissi a Giulia un messaggio, sapevo che Giulia faceva parte di diverse associazioni, così le scrissi un messaggio per chiederle di indirizzarmi verso qualche realtà di volontariato. Lei mi invitò nel gruppo giovani del Centro Comunitario Agape, dove sono entrato in  contatto con diverse persone che tuttora sono dei punti di riferimento per me, attraverso cui ho scoperto la storia di Don Italo Calabrò, quel sacerdote-professore che per anni ha insegnato nella mia scuola, un prete rivoluzionario, ideatore e fondatore in città e fuori di numerose iniziative di accoglienza per persone svantaggiate, un uomo che ha sempre esortato i giovani a non delegare mai la propria vita, perché abbiamo il dovere di essere noi i veri protagonisti della nostra vita!

Insomma, il vuoto interiore cominciava a riempirsi, così è stato naturale fare un ulteriore passo scegliendo di dedicare un anno della mia vita al Servizio Civile Universale.

Il 25 maggio 2022 quel mondo che avevo iniziato a conoscere è diventato un percorso quotidiano che mi ha messo a contatto con molte persone, soprattutto con persone che hanno dei disagi a livello sociale, fisico o mentale, ma tutte con una caratteristica in comune: la forza di andare avanti, ogni giorno. Ogni giorno ho visto sul volto di ognuna di loro un sorriso da far  invidia agli altri.

Io ho svolto il mio servizio principalmente nella sede dell’Agape e presso il Laboratorio sociale Artinsieme.

Scilla- Foto ricordo dell’affido di Vlady

Storie indimenticabili

All’Agape mi sono occupato di ascolto e accoglienza. Il Centro da moltissimi anni si impegna nella tutela delle donne vittime di violenza, di donne sole con minori e di fasce deboli svantaggiate; giorno dopo giorno mi sono accorto dei veri problemi della gente, delle donne che hanno paura, che non hanno nessuno; più volte mi è capitato di ascoltare le loro storie, ognuna diversa dall’altra, tutte capaci di commuovermi, storie di persone che ogni giorno lottano contro i pregiudizi, contro i soprusi, contro le violenze, che lottano per dare una vita migliore ai loro figli.

La storia che mi rimarrà impressa per sempre è sicuramente quella di una donna scappata dalla guerra in Ucraina che, dopo aver vissuto per qualche mese qui, per dare al figlio un futuro migliore, non sapendo quali saranno le sorti della guerra, ha deciso di affidare temporaneamente il ragazzo alla famiglia che li ha accolti (qui il link ad un articolo che ne parla https://www.reggiotoday.it/cronaca/scilla-affido-internazionale-minore-ucraino-centro-comunitario-agape.html).

Insomma, tante storie sono passate tra le mura della sede di Via Pellicano, tante storie di sofferenza, tutte diverse, come dicevo prima, ma tutte con una cosa in comune, la voglia di rinascere e riscattarsi.

Persone speciali, che ti fanno scoprire una diversa prospettiva

Ad Artinsieme ho incontrato otto ragazzi con disabilità, seguiti dalle famiglie e dai volontari, che ogni giorno nel laboratorio di ceramica creano e decorano bomboniere e oggetti di varia tipologia e natura, commissionati per eventi, matrimoni, comunioni, cresime, premiazioni, gadget, ecc. Con questi ragazzi si è creato un rapporto indissolubile, non posso più fare a meno di loro, perché con il tempo ognuno si è guadagnato un posto nel mio cuore: tutti speciali, tutti con una disabilità che li rende magici, bravi ad ascoltare, a consigliare, a litigare, ma soprattutto ad accogliere. Ogni tanto facciamo qualche discorso e mi diverte molto ascoltare i loro pensieri su fatti o argomenti anche attuali, perché vedono tutto da un’altra prospettiva, quella che magari tanti -anche giovani- non vedono più, la prospettiva di chi crede nel futuro.

Il Servizio Civile è una scuola di vita

Il servizio civile per me è stata una scoperta: mi ha dato la possibilità di sentirmi utile, mi ha fatto crescere e maturare, perché ogni giorno mi sono messo in gioco. E mi ha fatto anche capire come relazionarmi in un contesto assimilabile a quello lavorativo per quanto riguarda assunzione di responsabilità, rispetto dei turni, coordinamento con i colleghi e rapporto con i responsabili: infatti, sebbene si tratti di un’attività di volontariato, essa è impostata su precise regole contrattuali che disciplinano diritti e doveri del volontario e della struttura in cui si presta servizio.

Al termine del mio percorso mi ritrovo con una consapevolezza maggiore e con un bagaglio di valori inestimabili: il Servizio Civile, un anno di volontariato dove ti metti in gioco per gli altri, ma soprattutto ti metti in gioco per te stesso.

Perciò voglio dire a tutti i ragazzi che come me si sono sentiti o si sentono con un vuoto, di avvicinarsi a queste realtà, di provare ad essere guida per gli altri, di fare esperienze di volontariato, ma soprattutto di mettersi in gioco e, come diceva Don Italo Calabrò, di non delegare la propria vita agli altri e di spendersi affinché nessuno sia escluso, mai!

NEM - Nessuno Escluso Mai
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